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DELLE

CASE DEL QUARTIERE DI TORINO

Anno 2015

Le case sono fatte per viverci, non per essere guardate (Francis Bacon)

Premessa

Negli ultimi sette anni a Torino sono stati aperti spazi comuni, laboratori sociali e culturali in cui s’incrociano attività e persone, luoghi nei quali si esprimono pensieri e vissuti collettivi, che avviano esperienze di partecipazione, coinvolgimento ed auto-organizzazione, spazi che oggi hanno un nome: Case del Quartiere.

Questi spazi nascono da una storia della Città molto ricca, che vede già nei decenni precedenti sperimentazioni di luoghi capaci di innescare pensieri e progetti e coinvolgere parte della cittadinanza. Alla fine degli anni Novanta, dalle proposte di programmazione e attuazione di politiche urbane innovative e dagli stimoli delle istituzioni europee che spingevano le città a adottare approcci nuovi, nascono spazi di uso pubblico che superano le politiche settoriali e lavorano insieme ai cittadini per mettere in comunicazione centri e periferie.

La Città di Torino raccoglie questi stimoli e nel 2007 nasce la prima Casa di Quartiere in una zona periferica della città: Cascina Roccafranca. Negli anni seguenti si sviluppano nuove esperienze in altri quartieri della città, attraverso percorsi e storie diverse ma con una base comune:  spazi ad uso pubblico riqualificati, grazie alla collaborazione tra istituzioni pubbliche, fondazioni bancarie, imprese sociali, associazioni e cittadini, luoghi che diventano spazi per la cittadinanza.

Ad oggi le Case di Quartiere sono 9, ognuna in un quartiere diverso coprendo quasi completamente il territorio cittadino: Cascina Roccafranca (Mirafiori Nord), Casa del Quartiere di San Salvario, Bagni Pubblici di via Agliè (Barriera di Milano), Hub Cecchi Point (Aurora), la Casa nel Parco (Mirafiori Sud), +SpazioQuattro (San Donato), Barrito (Nizza Millefonti), Bossoli83 (Lingotto) e Casa di Quartiere Vallette.

Da maggio 2012, insieme alla Compagnia di San Paolo, la Città di Torino ha invitato i soggetti gestori delle Case a riunirsi intorno ad un tavolo con il proposito di coordinare le attività delle varie Case attraverso il consolidamento di una rete per mettere in comune saperi, esperienze e progetti.

Il progetto “Di Casa in Casa”

Il desiderio di costruire un coordinamento della Rete delle Case di Quartiere, diventa una concreta possibilità nell’aprile del 2014, con il progetto “Di Casa in Casa” che vince il primo premio (del valore di 100.000 euro) del Bando nazionale per la Cultura “Che Fare2”.

L’obiettivo del Progetto “Di Casa in Casa” è quello di “crescere insieme”, favorendo la trasmissione di competenze all’interno del vissuto differente delle Case, attivando un percorso di costruzione di un profilo condiviso, nel rispetto della specificità d’ogni singola esperienza, caratterizzata da spazi, organizzazioni, storie e persone diverse.

Tale Coordinamento permette di conoscersi meglio attraverso il confronto delle esperienze, dei saperi e delle sensibilità che nascono dai vissuti differenti; è arricchito dalla formazione di ciascuno, da una progettazione insieme in un’ottica di crescita condivisa, di miglioramento della gestione ed efficacia dei servizi, di condivisione di strumenti strutturali e formativi, di sviluppo di economie di scala in un’ottica di auto-sostenibilità.

In ambito nazionale, quello della Casa del Quartiere rappresenta un modello che risponde a bisogni diffusi nelle nostre città ed è replicabile per quanto concerne le modalità economico-gestionali, l’innovatività del rapporto publico/privato, la mixité di attività e servizi.

Il progetto “Di Casa in Casa” è uno strumento utile per diffondere l’esperienza a livello regionale, nazionale e europeo.

Il “Manifesto delle Case del Quartiere di Torino”

Un primo risultato del percorso di costruzione della rete è la stesura del “Manifesto delle Case del Quartiere di Torino”.

Un documento che raccoglie in dieci punti gli elementi che caratterizzano questi nuovi spazi nella città, riaffermando l’importanza di pratiche sociali e culturali consolidate, ma soprattutto evidenziando quegli aspetti d’innovazione che le rendono caratteristiche ed uniche nel ricco panorama delle offerte culturali che la città di Torino offre.

– Un “ manifesto” che racconta il presente e nello stesso tempo le prospettive per il futuro, un utile strumento di lavoro, che consente alle Case di confrontarsi internamente con quello che hanno realizzato fino ad oggi e di tracciare un percorso per crescere e svilupparsi negli anni futuri.

– Un “manifesto” rivolto alle Amministrazioni Pubbliche, agli Enti ed Istituzioni Culturali per comprendere maggiormente il ruolo e l’utilità sociale delle Case, per contribuire ad una politica culturale per la Città dove i cittadini sono protagonisti dell’agire sociale e i quartieri sono la risorsa territoriale di riferimento.

– Un “manifesto” per cittadini, gruppi, associazioni; per renderli maggiormente consapevoli delle opportunità che le Case del Quartiere offrono al desiderio/bisogno/interesse di protagonismo e di partecipazione alla vita sociale e culturale della propria città.

Le Case Del Quartiere

Le Case del Quartiere sono luoghi aperti e pubblici, fortemente legati alle comunità in cui sono insediati, che ricercano rapporti con tutte le realtà no profit e profit che operano nel territorio; dove s’incrociano attività e persone; sono centri promotori di socialità, di appartenenza alla comunità, di costruzione di beni per la collettività, in cui la persona è accolta nella sua specificità e nel suo essere sociale all’interno del contesto territoriale storico che abita.


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Perché le Case ?

L’idea delle Case del quartiere nasce da una convinzione profonda: le persone sono portatrici di bisogni, ma anche di competenze e disponibilità che possono essere messe a disposizione della comunità per contribuire a soddisfare esigenze collettive.

Sono esigenze che nascono dalle difficoltà di vivere in modo dignitoso, da bisogni primari insoddisfatti come il lavoro e la salute, dall’essere soli nell’affrontare le difficoltà della vita quotidiana, dalla mancanza di relazioni significative, dalla necessità di dare senso e significato alla propria vita; ma anche dal desiderio di continuare a sentirsi attivi, di partecipare alla socialità del quartiere, di essere protagonisti della propria vita, di poter contare nelle decisioni che riguardano la Comunità, di vivere uno spazio politico dove costruire soluzioni possibili e condivise.

Le Case del quartiere possono contribuire a creare una coscienza collettiva che renda consapevole le persone della propria situazione, e possa stimolarle ad essere cittadini attivi, cittadini autonomi, solidali, responsabili.

Essere cittadini oggi è infatti uno dei modi in cui si partecipa alla cosa pubblica, una modalità nuova che si realizza non nella sfera della rappresentanza istituzionale bensì nel fare cose concrete, nella partecipazione alla soluzione dei problemi che interrogano il singolo e la collettività, nel cercare di dare risposte non solo alle proprie necessità, ma partendo da queste per comprenderle in quelle di altri.

Questo nuovo modo di concepire il rapporto fra Pubblico e cittadini non più fondato sul rapporto dare/avere, operatore/utenti, ideatore/utilizzatore, ma sullo scambio di competenze ed esperienze, trova un’espressione concreta nelle Case del Quartiere in cui le attività ed iniziative non sono solo “per “ i cittadini, ma anche “con” i cittadini, che si prendono cura dei propri bisogni, integrando le risorse pubbliche con quelle di tempo, di capacità, di relazioni, di vissuti e di idee di cui sono portatori.

IL MANIFESTO DELLE

CASE DEL QUARTIERE DI TORINO

  1. Luoghi Aperti a tutti i cittadini

Le Case sono organizzate per accogliere, attraverso attività interculturali, tutti i cittadini dai più piccoli agli anziani, senza discriminazione di genere, nazionalità, estrazione sociale e appartenenza religiosa.

Le Case s’impegnano a soddisfare esigenze differenti, con un’attenzione specifica ai diversi livelli sociali e culturali delle persone; le Case promuovono iniziative popolari curando la qualità delle proposte e coniugando cultura con socialità.

Le Case non si rifanno ad un’ideologia con riferimenti a simboli, bandiere e movimenti, ma rispettano i differenti orientamenti culturali.

Le Case si riconoscono in valori universali come la libertà di espressione, il diritto di partecipare alla vita sociale e politica, l’uguaglianza tra le persone, la giustizia sociale, lo spirito di solidarietà e il rispetto dei diritti umani.

  1. Spazi di Partecipazione Attiva

Le Case promuovono la partecipazione alla vita sociale e culturale del Quartiere attraverso differenti forme di cittadinanza attiva e di volontariato.

Le Case sono luoghi in cui si ricercano e si sperimentano nuovi modi di fare welfare, sviluppando le reti di prossimità, la ricerca di soluzioni collettive a bisogni comuni.

Le Case sono spazi capace di accogliere e sostenere:

  • la singola persona, valorizzandone le competenze e sostenendo il mettersi direttamente in gioco;
  • i gruppi informali che sviluppano interessi comuni, favorendone la nascita, la crescita e l’autonomia;
  • le associazioni, i gruppi di associazioni, gli enti e le istituzioni, rafforzandone l’identità e la missione.
  1. Luoghi accessibili, accoglienti e generativi di incontri

Le Case sono accoglienti, curate, attrattive e innanzitutto accessibili.

L’accessibilità è:

  • economica: le Case offrono molte attività gratuite e praticano prezzi popolari e contenuti;
  • organizzativa: le Case sono organizzate in modo “leggero”, permettono un accesso libero alle strutture, un contatto diretto con gli operatori e la possibilità di avere informazioni in modo semplice e non burocratico;
  • culturale: le Case hanno una visione aperta, non ideologicamente schierata, rispettosa dei diversi orientamenti politici democratici, delle diversità culturali e di genere.

Le Case sono luoghi della quotidianità, che permettono di sentirsi a casa, in una dimensione sociale aperta, dove è possibile “stare” socializzando e dove si può “fare” partecipando alle attività o diventando i promotori di progetti ed iniziative.

Le Case favoriscono in modo intenzionale le relazioni fra le persone, la conoscenza, l’incontro e il confronto fra le realtà che vi operano, fra i progetti che si realizzano, fra le diverse idee, e creano le condizioni per far nascere sinergie e collaborazioni.

  1. Spazi di tutti ma Sede esclusiva di nessuno

Le Case sono luoghi aperti e ospitali che accolgono numerose organizzazioni dando loro uno spazio per attività e incontri con l’attenzione che non prevalga un uso esclusivo dello stesso.

I locali e gli spazi sono organizzati e strutturati per rispondere alle differenti necessità degli utilizzatori.

Le attività dei vari gruppi si svolgono in libertà e autonomia, contribuendo nel loro insieme alla progettualità complessiva delle Case e alla costruzione di un identità comunitaria.

  1. Contenitori di molteplici Progettualità

Le Case sono contenitori, pensati e organizzati, in grado di raccogliere e valorizzare un mix di attività e iniziative culturali, artistiche, sociali e ricreative, sportelli di informazione e consulenza, corsi a pagamento, laboratori gratuiti, servizi per famiglie, spettacoli, conferenze, mostre.

Le Case accompagnano e supportano i soggetti che intendono promuovere progetti ed eventi all’interno delle stesse, mettendo a disposizione competenze, spazi, idee e risorse perché questi possano realizzarsi in modo adeguato e soddisfacente e con un sempre maggiore livello di autonomia e auto organizzazione.

Le Case sono un punto di formazione e promozione artistica e culturale, poiché riconoscono nella creatività e nell’espressione artigianale uno strumento potente per generare comunità e futuro.

Le Case trovano la loro forza negli elementi che le uniscono e che le diversificano come la specificità che nasce dalle singole storie, territori e persone.

  1. Gli Operatori: competenti artigiani sociali

Le Case sono gestite da gruppi di lavoro in grado di svolgere funzioni progettuali e organizzative, coordinati da figure di responsabilità in grado di curare la regia complessiva attivando modelli gestionali partecipati.

Gli operatori delle Case sono stimolati a sviluppare competenze in diversi ambiti: sociale, relazionale, culturale, organizzativo e amministrativo.

Gli operatori delle Case sono capaci di accogliere, ascoltare, accompagnare, motivare i cittadini ad essere protagonisti della vita socio culturale della comunità.

Gli operatori delle Case sono artigiani sociali, che agiscono e sviluppano la propria professionalità attraverso l’apprendimento che nasce dall’esperienza e dalla sua analisi, da percorsi formativi, dall’attivazione di scambi e sperimentazioni.

  1. Luoghi intermedi fra il Pubblico e il Privato

Le Case sono il risultato di azioni di “amministrazione condivisa” per la rigenerazione di beni comuni urbani, frutto della collaborazione tra Amministrazione Comunale e cittadini attivi. Le Case svolgono un’importante funzione pubblica, essendo luoghi privilegiati di sviluppo di cittadinanza e di costruzione di reti sociali, di cui le Amministrazioni pubbliche condividono le azioni, le linee guida e le modalità di lavoro.

Le Case sono uno strumento per costruire nuovo “welfare urbano”.

Le Case sono spazi condivisi in cui i bisogni personali possono essere soddisfatti in un modo collettivo. In cui viene sollecitata la partecipazione e la relazione e dove è evidente la produttività del fare insieme.

  1. La Sostenibilità Economica e l’Intraprendenza

Le Case sono progettate per tendere alla sostenibilità economica.

Le Case sviluppano competenze imprenditoriali nella gestione delle risorse, nella lotta agli sprechi, nello sviluppo di attività commerciali accessorie e funzionali al progetto, nel coinvolgimento diretto dei cittadini, promuovendo iniziative di fundraising e di contribuzione collettiva.

Le Case non sono però interessate a raggiungere la completa autosostenibilità economica, che comporterebbe il rischio di cadere in logiche economiche di mercato e snaturare la vocazione popolare e sociale del progetto. Per queste ragioni e per la funzione pubblica che le Case svolgono, è indispensabile un sostegno da parte di enti pubblici e privati nel finanziare parte dei servizi che rispondono ai diritti di uguaglianza e pari opportunità.

  1. Il Radicamento e le collaborazioni con il Territorio

Le Case fanno parte del Territorio in cui nascono e si determinano.

Le Case sviluppano, al loro interno e con le realtà con cui s’incontrano, siano esse profit o no profit, la capacità di generare ponti, confrontare pensieri e metodi, attivare sinergie nuove.

Esse creano l’ambiente adeguato per costruire relazioni e legami sociali; privilegiando l’attivazione delle reti attraverso il fare insieme, lo sviluppo di progettualità comuni, la relazione tra le persone, i gruppi e i progetti in modo semplice e immediato.

Nell’ottica di allargare la propria azione a tutto il territorio, le Case cercano la collaborazione con le realtà e le strutture presenti nel quartiere in una prospettiva progettuale di “ Casa diffusa”, capace di esprimersi al di là dei propri spazi.

  1. La Governance

Le Case sono gestite da diversi soggetti radicati nel territorio: associazioni di primo e di secondo livello, fondazioni o cooperative, in alcuni casi frutto di un vero e proprio percorso partecipativo che ha coinvolto nella fase istitutiva numerosi attori locali.

Le Case sono strutture organizzative in grado di contribuire alla riqualificazione del quartiere coinvolgendo le diverse realtà locali, valorizzandone il lavoro, le iniziative, la capacità di rapportarsi con i cittadini, riconoscendo tutto questo come un effettivo “patrimonio” spendibile per costruire in modo corresponsabile una risposta locale per migliorare e sviluppare il territorio.

Le Case sono modelli gestionali capaci di apprendere dall’esperienza, di verificare costantemente la rispondenza delle varie iniziative attivate, di cogliere ed analizzare bisogni e aspettative, di aggiornare continuamente il proprio progetto adattandolo alle nuove esigenze.