“Abitare una casa per abitare un quartiere” è il primo Convegno Nazionale promosso dalla Rete delle Case del Quartiere di Torino e la rivista Animazione Sociale. L’incontro si è svolto a Torino il 6 e il 7 maggio 2016 e ha visto la partecipazione di circa trecentosettanta rappresentanti di oltre un centinaio di associazioni, comuni e gruppi formali e informali da tutta Italia.

E’ stato un momento importante, un’occasione non solo per conoscersi ma anche per mettere in comune dubbi, perplessità e difficoltà che quotidianamente ogni esperienza affronta per cercare di offrire risposte ai bisogni degli abitanti nei quartieri.

Le due giornate di lavoro hanno previsto quattro momenti principali: alcuni di discussione, altri di ascolto e riflessione, altri ancora conviviali. Fra gli ospiti, esperienze italiane ed europee hanno avuto modo di incontrarsi, osservarsi reciprocamente e scambiarsi opinioni, consigli e contatti. La presenza di esperti italiani, docenti universitari a cavallo fra la ricerca e una solida pratica sul campo, ha offerto all’uditorio alcune importanti riflessioni e chiavi di lettura per ragionare su fenomeni quotidiani che spesso vengono sottovalutati. Ad esempio, il ruolo forte e ambiguo delle nuove tecnologie, il tema non scontato del desiderio come motore per progettare azioni sul territorio e la differenza fondamentale che sussiste fra gli spazi, anonimi, calcolabili, strandardizzabili e i luoghi, personali, non modellizzabili quindi difficilmente replicabili.

L’occasione offerta dal convegno ha permesso di scoprire un’Italia ricca di associazioni, gruppi spontanei e cittadini attivi che lavorano per produrre beni comuni; di amministratori che s’interrogano; di spazi che animandosi diventano luoghi significativi per chi quotidianamente cerca di costruire un nuovo modo di vivere e d’intendere la città, nonostante la scarsità delle risorse e le difficoltà.

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1. ORIZZONTI: UN’INTRODUZIONE ALLE GIORNATE DI LAVORO

Il primo momento del Convegno Nazionale si è svolto venerdì mattina al salone Operti (corso Siracusa 203). In quest’occasione si sono presentati i due enti promotori, la Rete delle Case del Quartiere di Torino e la rivista Animazione Sociale dal cui incontro è nata la necessità di proporre un momento di confronto collettivo: Abitare una Casa per abitare un quartiere.

Dopo i saluti introduttivi, la parola è passata a Maria Alessandra Sabarino, consulente che ha seguito la nascita della Rete delle Case del Quartiere di Torino. Il Manifesto, documento fondamentale di quest’esperienza, è stato descritto da un video che l’associazione Videocummunity ha realizzato per la Rete.

La mattinata si è conclusa con due interventi: Ugo Morelli, psicologo dell’Università degli Studi di Brescia, si è focalizzato sull’importanza dei legami sociali, sul rapporto con i luoghi su come la rottura di certi delicati equilibri possa diventare spinta generativa; successivamente, Lucia Bianco, ricercatrice del Gruppo Abele, ha definito il ruolo delle case del quartiere, la loro mission e gli strumenti che mettono a disposizione per i territori.

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2. SCAMBI&CONFRONTI: UN POMERIGGIO PER CONOSCERSI

Il pomeriggio è proseguito a Cascina Roccafranca, per i lavori di gruppo: otto tavoli di discussione su tematiche attuali inerenti agli spazi di comunità. Ogni gruppo prevedeva la partecipazione di un relatore esperto e due/tre rappresentanti di esperienze pratiche per affrontare la tematica in modo innovativo. Fra i relatori: Giovanni Campagnoli per il gruppo “spazi per promuovere cittadinanza attiva”, accompagnato dal Centro Civico Cotxeres di Barcellona e l’ecomuseo Mare e Memoria Viva di Palermo; sul tema “sperimentare politica con i cittadini” è intervenuto Gabriele Rabaiotti con la Casa del Quartiere di Alessandria e A di Città di Rosario. Il gruppo tre, “auto-organizzazioni tra cittadini per nuovi modi di vivere” ha visto la partecipazione di Luca Comello accompagnato dalle esperienze torinesi Coabitare e Fa Bene. Il gruppo “produrre beni comuni fra istituzioni e cittadini” è stato presentato da Daniela Ciaffi che ha riflettuto insieme a el Campo de la Cebada di Madrid, Pilastro 16 di Bologna e l’Officina Verde Tonolli di Torino, sul tema dei beni comuni urbani e sul rapporto fra le amministrazioni e i cittadini attivi. Il tema “creatività, community-based e pubblici attivi” è stato affrontato da Cristina Alga accompagnata dall’esperienza francese MJC – Berlioz di Pau e l’Asilo di Napoli. Non poteva mancare un tavolo di discussione sul tema de “L’operatore che sa fare spazio” gestito da Franco Floris con la partecipazione del progetto Reti Sociali del comune di Bergamo, Casa del Quartiere Trasta di Genova e la Casa del Quartiere Donatello di Cuneo. Lo spinoso tema su “L’arte di inventare risorse” è stato affidato all’antropologa Erika Lazzarino che ha trattato in maniera non banale la questione delle risorse materiali e immateriali nella gestione degli spazi per i cittadini. L’ottavo gruppo, condotto da Marco Martinetti coadiuvato da Idea Store di Londra e CasciNet di Milano ha trattato il tema degli “spazi organizzati intorno a chi partecipa”.

La serata si è conclusa con la Fiera delle Esperienze, un momento conviviale in cui oltre quaranta realtà hanno avuto modo di presentarsi attraverso una mostra dedicata e brevi presentazioni. “Scambi&confronti” è stato pensato per permettere alle persone di incontrarsi, scambiarsi opinioni, chiedersi consigli, provare a immaginare cosa sta accadendo in un’Italia in trasformazione, ma proprio per questo, generativa di sperimentazioni. La serata si è conclusa con il Concerto “Storie Maledette” con Giorgio Li Calzi, Sandro Gorlier e Donato Stolfi  del progetto Cantare di Casa in Casa 2016 e con un concerto live degli Espresso Atlantico che hanno trasportato i partecipanti del convegno in un viaggio musicale attorno al mondo.

FieraDelleEsperienze

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3. PROSPETTIVE: SPAZI COME LUOGHI DENTRO LE CITTA’

L’appuntamento del sabato mattina al Cecchi Point è stato introdotto dalla restituzione dei gruppi di lavoro a cura di Erika Mattarella, coordinatrice della Rete delle Case del Quartiere di Torino e Lucia Bianco.

Successivamente, Ivo Lizzola, docente di pedagogia all’Università di Bergamo, ha proposto, nella sua prospettiva strategica, un’attenta analisi di come dalle fragilità cittadine possa nascere una comunità. Ha insistito sul ruolo dello spazio che crea legami e del desiderio nel senso più ampio del termine, generatore di nuove progettualità e socialità determinanti per una nuova vivibilità urbana. La parola è poi passata ad Andrea Marchesi che, nella sua prospettiva metodologica ha evidenziato l’importante distinzione terminologica fra lo spazio e il luogo, ricostruendo la genesi degli “spazi di comunità” come “sistemi ibridi” fra formale e informale, pubblico e privato, mutuo aiuto ed economie solidali. L’incontro si è concluso con la tavola rotonda politica in cui Ilda Curti, assessore alle politiche giovanili del Comune di Torino, Maria Carolina Marchesi, assessore alle Reti Sociali del Comune di Bergamo e Annibale D’Elia, che fu funzionario della giunta che ha dato avvio al progetto “Bollenti Spiriti” della Regione Puglia, si sono confrontati sul tema della politicità espressa dalle Case del Quartiere e, più in generale, dai progetti di cittadinanza attiva che si stanno diffondendo in tutta Italia.

4. ESPLORAZIONI: UN POMERIGGIO ALLE CASE DEL QUARTIERE!

La mattinata si è conclusa con la possibilità, per i partecipanti che ne avessero fatto richiesta, di pranzare e visitare alcune Case del Quartiere. Due pullman, partiti dal Cecchi Point, hanno portato i partecipanti alla scoperta dei Bagni di Via Agliè (Barriera di Milano), Casa del Quartiere di San Salvario e Casa nel Parco (Mirafiori Sud). In ognuna di queste case, oltre al pranzo, c’è stata la visita alla struttura e un incontro con gli operatori.

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